PIOGGIA


Forse perché rompi
col tuo schioccare la quiete,
o pioggia, sei tu la superba
giustiziera del silenzio.
Vinti i tersi vetri cristallini,
spoglio il panorama delle
fulgentissime immagini,
tempestosa manifesti
a lacrime, e feste e delizie
in te sono morte. Ed io,
con audacia, irrompo
in mezzo al tuo santissimo
seno e con gelido tremore
rimetto ogni superbia,
ogni ira, ogni miseria e
 mi animo di rinvigorito
benessere, delle tue
naturali leggi e non
mi abbandono alle impetuose
avversità. Allora non è sorte
vincere, in me, ciò che non
vuole essere vinto.

Pubblicata su Cronache Italiane- Pagine Nostre  n. 6- 1995